Rilevanza penale delle acquisizioni fotografiche dei messaggi whatsapp
Corte di Cassazione, Sezioni Unite, n. 11197/2023:
rilevanza penalistica delle acquisizioni fotografiche dei messaggi whatsapp
Con sentenza del 28 luglio 2022, la Sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura dichiarava responsabile un giudice, in servizio presso il Tribunale di [omissis], dell’illecito ex artt. 1 e 2, comma primo, lett. d, del d.lgs.vo 23 febbraio 2006 n.109. La Sezione disciplinare del CSM fondava la sua motivazione su tali circostanze:
- a seguito di decreto che dispone il giudizio nei confronti di [omissis], innanzi al Tribunale di [omissis] il suddetto teneva un comportamento scorretto, nelle chat whatsapp aperta a tutti i magistrati degli Uffici giudiziari, nei confronti dei componenti del collegio penale, commentando con toni negativi, sarcastici e irridenti il loro operato;
- il giudice, nel corso della trattazione del processo penale n. [omissis] teneva altresì comportamento scorretto nei confronti del Procuratore della Repubblica e del P.M. d’udienza, a seguito di un malfunzionamento del sistema informatico che impediva di acquisire informazioni sulla persona dell’indagato;
- censurava le valutazioni e l’operato professionale del collega d’ufficio dott. [omissis] e del presidente del Tribunale di [omissis] denigrandone l’operato in chat pubblica.
Il ricorrente denunciava la violazione dell’art. 606 c.p.p. lett. b, c ed e, con il terzo motivo, lamentava l’inutilizzabilità dei messaggi whatsapp acquisiti dalla Sezione disciplinare.
Le Sezioni Unite hanno ritenuto infondato il terzo motivo, richiamando il principio secondo il cui i messaggi whatsapp e gli sms conservati nella memoria di un telefono cellulare hanno natura documentale ai sensi dell’art. 234 c.p.p., e, come tali, possono essere legittimamente acquisiti mediante mera riproduzione fotografica, non trovando applicazione né la disciplina delle intercettazioni né quella relativa all’acquisizione di corrispondenza di cui all’art. 254 c.p.p..
La sentenza promuove il bilanciamento tra l’utilizzabilità delle chat whatsapp come prova e il diritto alla riservatezza delle comunicazioni, ex art. 15 della Costituzione.