Casi di Successo
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Omicidio Stradale
Assolti in rito abbreviato “per non aver commesso il fatto” […], capo cantiere, e […], direttore tecnico, della […] S.r.l., società subappaltatrice della […] S.p.A., dalla accusa di concorso in omicidio colposo stradale (artt. 113 e 589 bis c.p.) per aver cagionato la morte di […], ventitreenne.
Secondo il costrutto accusatorio, a determinare la morte istantanea del giovane sarebbe stata una depressione della carreggiata, che, mentre questo si trovava alla guida del proprio scooter, ne avrebbe deviata la traiettoria, facendolo rovinare al suolo. Le cattive modalità esecutive delle lavorazioni di scavo e riempimento dello stesso avrebbero determinato quella insidia, costituendo anello causale dell’evento letifero.
La difesa dei due imputati, partendo dall’esame del contratto di appalto, degli ordini di lavoro, e delle effigi fotografiche del teatro del sinistro, dimostrava come l’intervento di allaccio della rete idrica svolta dalla società subappaltatrice fosse, in effetti, stato eseguito “a perfetta regola d’arte”.
Che la caduta del centauro fosse poi dipesa dalla insidia stradale era escluso da alcune consulenze tecniche, tra cui quella disposta dalla difesa, che escludevano che la traiettoria dello scooter avesse intercettato la depressione oggetto di imputazione. Ciò evidenziava ultimativamente come il tragico evento fosse dovuto a turbative esterne ed indipendenti dallo scavo sulla carreggiata.
Tribunale penale di Roma, Sezione G.U.P., pubblica udienza del 14 luglio 2023, p.p. n. 52563/2018 N.R. e n. 26684/2021 R.G. G.I.P.